giovedì 2 agosto 2012

Fenice

Ho scritto queste parole più di un anno fà, nel marzo del 2011 quando cercavo di uscire da un periodo nero della mia vita, le ho scritte di getto, parola per parola, senza fermarmi a pensare e a dare un senso logico al fiume in piena che mi travolgeva, un po' come faccio ora con questo blog.
Devo fermarmi ogni tanto per dare il tempo alle mie dita di seguire i pensieri ma non rileggo mai, altrimenti cederei alla tentazione di cancellare tutto. :)
Risento ora questa nota molto particolarmente dato che stò attraversando un altro momento no che sinceramente non mi sarei mai aspettata.
Però modificherei l'ultima parte stavolta, non c'è nessuno a prendermi per sollevarmi da terra, nessun aiuto, nessuna infusione di forza, solo io che mi scrollo le ceneri di dosso con molta più forza rifiutando di abbandonarmi al nulla.
Forse ci ho rimesso molta della mia capacità di sognare ed emozionarmi ma ci ho guadagnato in forza e stima di me stessa, proprio così, in stima, perchè se riesco ad andare avanti ancora dopo ogni botta...bhe...un po' di forza deve esserci dentro me :)
Sorrido al domani, forse sarà nero, forse pioverà, forse lo affronterò da sola o forse no, gli amici di sempre ci sono, magari stanno un po' in disparte ma appena mi sentono vacillare ci sono.
Sono ancora qui, ancora e ancora. Nonostante tutto. Vacillo, ondeggio, ma non mi spezzo.
E niente compromessi, niente mezze verità, niente bugie celate dietro tendine di pizzo, niente specchi su cui arrampicarmi, sarò acciaccata, stronza, sciocca, ma sono sempre io, vera, unica, un gradino più su.





Lampi. Abbaglianti. Scattanti. 
Folgori d'infinito che accecano ogni realtà.
Repentini si insinuano in me.
Arrivano d'improvviso senza alcuna avvisaglia dinnanzi a me, in me.
Mi tormentano gli occhi impedendomi di vedere. 
Sprazzi di luce bianca che cancellano ogni colore, ogni forma intorno.
Si annullano lo spazio e l'equilibrio.
Cerco di coprirmi il viso ma ormai il bianco è impresso nella mia retina. 
Bianco. Solo quello. Solo il nulla. 
Voci. Versi improvvisi mi martellano le tempie, mi isolano dal mondo riempendomi di vibrazioni.
Urlo ,ma la mia voce si perde nella cacofonia di suoni.
Basta! Fermatevi! Basta! Non voglio svanire, non voglio!
Non riesco a pensare, i pensieri non sgorgano nemmeno nella mia mente, subissata da volumi altissimi, che scuotono ogni mio nervo.
Incredula mi rendo conto che quel fragore non viene da fuori ma da dentro me.
Brontolii, Stridori, Tumulti...ognuno nascosto nelle mie profondità, ed eruttano nel mio cervello tutti insieme confondendomi fino al limite estremo della pazzia.
Non riesco a muovermi persa nel non essere, senza limiti, senza contorni, senza fine.
Scivolo sulle ginocchia stringendo il volto fra le braccia, cercando invano di proteggermi da questo bombardamento psicologico.
Mi accascio a terra, appoggiandomi sul fianco, sentendo il freddo del terreno sotto di me, raggomitolo le gambe al petto stringendomi in posizione fetale. 
Cercando una protezione effimera che non posso avere, che non c'è.
Cercando rifugio dall'inevitabile.
I suoni aumentano beffardi, e mi sovrastano, vedendosi vincitori. 
La luce ormai mi abbaglia ad un ritmo serrato senza darmi tregua.
Socchiudo gli occhi tentando una reazione, prima della resa e vedo un ombra vicino a me, allungo il braccio mormorando una preghiera, invocando aiuto, ma l'ombra svanisce.
Probabilmente non è mai esistita.
Era solo frutto della mia mente, ormai sopraffata, che ha mistificato la realtà, credendo in ciò che non esiste.
Abbandono le difese, lascio penetrare in me pazzia e bagliori.
Le lacrime sgorgano dal mio viso, copiose, irrefrenabili, scivolano sulle mie gote lasciando scie brillanti che riflettono tutto il candore intorno a me, morendo poco dopo, cadendo nel niente che mi circonda.
I singhiozzi mi scuotono il torace, non riesco a sentirli nemmeno, tale è il caos che mi schiaccia la ragione.
Stò per abbandonarmi.
Stò per lasciarmi andare.
Mi piego a questa assurdità, più grande di me, che non posso nemmeno tentare di combattere da sola.
Non ne posso più, non posso continuare una lotta così impari, combattere contro i mulini a vento sapendo che non posso batterli.
Basta. Tutto purchè finisca. 
Tutto purchè quest'angoscia abbandoni il mio cuore.
Sono disposta a rinunciare a qualsiasi cosa, non posso reggere questa pressione, questo peso.
Mi sento divorata dall'interno. 
Sento crescere, dentro me, onde nere di veleno che intossicano tutto ciò che toccano, rendendomi fragile, instabile, incoerente.
Sento il mio essere contagiato da questo malessere, sgretolarsi adagio.
Sento la mia anima, svanire poco a poco.
Sfaldata in tanti piccoli frammenti di percezione che calano d'intensità 
I miei sentimenti svaniscono, come non fossero mai esistiti, le mie emozioni perdono sostanza, dissolvendosi in turbinii di ricordi sbiaditi.
Il cuore rallenta preparandosi al momento in cui i suoi battiti saranno ormai solo un lontano ricordo.
Le lacrime si frenano. Esaurite.
I singhiozzi si quietano.
La mia volontà annullata.
Cedo. Brucio. 
Un fuoco freddo mi invade la pelle, screpolandola e incenerendola.
Immagino il crepitio delle fiamme mentre mi consumano e non posso udirlo.
Non c'è dolore, il tempo di soffrire è passato ormai.
Sto svanendo consumata dalle vampe di questo falò silenzioso.
I fumi intossicano il cielo sporcando il bianco che lo dipinge.
Le ceneri danzano nell'aria intorno a me confermandomi che ormai tutto è perduto.
E quando ormai credo sia finita....all'improvviso tutto cambia. 
Una mano afferra la mia, la stringe forte. 
Una scossa attraversa quel che resta del mio braccio  facendomi tornare a sentire, ridandomi sensibilità, infondendo nel mio, calore, vita.
Cerco di trovare le forze per sussurrare "Attento...chiunque tu sia non morire per me...non  rischiare di bruciare cercando di salvare me...è troppo tardi ormai...lasciami andare...allontanati"
Mi sento sollevare.
Il mi corpo viene alzato da terra come fossi un fuscello. 
Non ho peso, ormai sono solo cenere tenuta insieme dalle ultime lingue di fuoco.
Due braccia forti mi cingono la schiena.
Un petto caldo accoglie il mio viso.
Mi abbandono alle sensazioni che sento rinascere in me, avverto la forza rientrare in me pacatamente.
Il fragore svanisce lasciando il posto ad una dolce melodia che lenisce la mia mente.
Cerco di socchiudere gli occhi ma scorgo solo una sagoma sfumata, senza colore ancora, in bianco e nero che mi stringe.
Accanto a lei appaiono piano altre due sagome che appoggiandosi ai miei lati posano le loro mani sul mio viso, sui miei fianchi, infondendomi forza vitale.
Distinguo solo un paio di occhi verdi da una parte e una zazzera di capelli arruffata dall'altra.
Non importa, ci penserò poi...ora conta solo quello che sento.
Due piccole luci dorate piene di emozioni e amore volteggiano intorno a me ricordandomi per chi e cosa vivere.
Le lacrime ricominciano a scorrere sul mio viso, ma sono di sollievo ora.
Le sento nascere, vivere e morire su di me, sento la loro freschezza sul mio volto accaldato.
Mi sento risvegliare gradualmente.
Scrollo piano dal corpo le ceneri della mia rinascita lasciando a ricordo di quanto è avvenuto un piccolo mucchio di polvere ai miei piedi che svanisce subito in un piccolo soffio di vento.
I miei capelli risplendono di nuovo di rosso accesso sotto i raggi del sole.
Un sorriso debole appare sul mio volto.
Ora ho capito. Per poter vivere a volte bisogna morire.
Sento di nuovo i battiti del mio cuore prendere il loro ritmo regolare.
Sento il calore dell'amore avvolgermi e spandersi da me creando spirali che scivolano intorno, che colorano di scintille ogni cosa intorno a noi, intrecciandosi fra i nostri corpi e le nostre anime.
Apro gli occhi e sorrido illuminando la mia espressione.
Ora posso farcela.
Ora sò che posso farcela...e se non riuscirò, avrò lottato con ogni mio respiro non distruggendo il tempo che mi rimane in questa vita.
E la fenice tatuata sulla mia mano risplende prima di riprendere il suo colore naturale, ricordandomi, ogni volta che la guarderò, tutto questo.
Dream


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